Attraversare tempi difficiliCampione

Un cuore di carota

Siamo arrivati al terzo giorno di questo devozionale. Oggi rifletteremo sui segni di un cuore di carota.

Ebrei 3:7-9

Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, come nel giorno della tentazione nel deserto, dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto le mie opere per quarant’anni!».

Nel libro degli Ebrei ci viene dato un avvertimento che ci rivela che tutti potenzialmente potremmo indurire il nostro cuore. Per questo motivo, ti incoraggio a riflettere sulla tua condizione attraverso la meditazione di oggi, anche se mentre leggi potresti essere tentato di pensare a una persona che conosci che secondo te dovrebbe leggerla, perché è proprio adatta a lei. Ecco, questo potrebbe proprio essere un piccolo segno che forse il tuo cuore si è indurito a poco a poco e non te ne sei accorto.

Purtroppo si può arrivare alla condizione estrema di non voler cambiare, anche in mezzo a diverse difficoltà e ad evidenze che Dio ti sta parlando. Riflettiamo su uno dei personaggi più duri che troviamo nelle Scritture. Nella Bibbia leggiamo che mentre il popolo di Dio era schiavo, da più di 400 anni, Dio scelse Mosè per liberarlo. Sicuramente avrete sentito parlare delle 10 piaghe di Egitto. Ognuna di queste piaghe era un’opportunità per il Faraone, una volta dopo l’altra gli fu data la possibilità di rendersi conto che stava sbagliando e che il vero Dio voleva parlargli tramite le circostanze avverse. Bastava riconoscere che Dio era degno di riconoscenza e rispetto e ubbidire alla Sua voce che diceva: «Libera il mio popolo». Purtroppo invece vediamo che il Faraone indurì sempre di più il suo cuore, al punto da essere sommerso dal mare che Dio aveva aperto in modo straordinario per salvare il Suo popolo. Questo è un esempio che mostra fino a che punto si può diventare ciechi, pur di rimanere testardi e non voler cambiare. Uno dei tanti episodi della vita di quest’uomo dal cuore così duro lo troviamo in Esodo 8:8-10:

Allora il faraone chiamò Mosè e Aaronne e disse loro: «Pregate il Signore perché allontani le rane da me e dal mio popolo e io lascerò andare il popolo, perché offra sacrifici al Signore» [A questo punto, il faraone sembra essersi ammorbidito]. Mosè disse al faraone: «Fammi l’onore di dirmi per quando io devo chiedere, nelle mie suppliche per te, per i tuoi servitori e per il tuo popolo, che vengano sterminate le rane intorno a te e nelle tue case, in modo che ne rimangano soltanto nel Fiume». Egli rispose: «Per domani».

Nonostante stesse affrontando dei problemi in prima persona e avesse la possibilità di avere una soluzione veloce e immediata, il Faraone rimase testardo. Mosè gli chiese quando doveva chiedere a Dio di allontanare le rane, ma lui nella durezza del suo cuore cosa rispose? Domani! Ecco, questo mi ricorda il principio che abbiamo incontrato nel libro degli Ebrei: mentre un cuore sensibile dice: “Oggi è il tempo di ascoltare la voce di Dio. Oggi decido di ubbidire ed essere guidato dalla Sua voce”, un cuore indurito invece dice: “Oggi no, domani”.

Ancora una volta ti chiedo: “E tu, sei una carota, un uovo o un chicco di caffè macinato?”.