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Io Sono La Vera Vite: Commentario Biblico su Giovanni 15:1-17Campione

Io Sono La Vera Vite: Commentario Biblico su Giovanni 15:1-17

GIORNO 5 DI 12

Il Costo del Non Dimorare

Giovanni 15:6 – Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.

Gesù avvertì i propri discepoli che non dimorare in Lui significa che la vita viene a mancare. Un tralcio ha vita solo quando è connesso al ceppo della vite; un discepolo ha vita spirituale solo se connesso al Maestro.

Questi verbi descrivono una successione di eventi per colui che non dimora nella vite: viene gettato via, si secca, viene raccolto, gettato nel fuoco e bruciato. Come avviene in altre parabole, l’immagine usata da Gesù non serviva a descrivere un intero sistema teologico, sebbene la progressione illustrata funga da avvertimento sobrio e significativo contro il pericolo in cui si incorre quando non si dimora in Lui.

Le parole usate da Gesù sono importanti. Non disse: “Se qualcuno non porta frutto, è gettato via”. Disse piuttosto: “Se uno non dimora in me, è gettato via”. Egli sa chi dimora e chi no, e ciò non può essere perfettamente determinato da una nostra valutazione esteriore del frutto.

I tralci senza vita non portano frutto e persino il loro legno non è buono se non come combustibile. Il riferimento al bruciare e al fuoco richiama la punizione nella vita futura e fa da avvertimento contro le terribili conseguenze per coloro che non dimorano in Lui.

Pensiamo all’impatto che tali parole ebbero sugli undici discepoli, che le ascoltarono per primi. Gesù disse loro che Se ne sarebbe andato, ma che la loro connessione a Lui non sarebbe stata recisa. L’opera dello Spirito Santo, mandato dal Padre, li avrebbe mantenuti attaccati a Gesù. Se si fossero separati da Lui, sarebbero finiti in rovina, forse proprio come Giuda.

Esistono almeno tre interpretazioni riguardo alla sicurezza della posizione del discepolo in Gesù espressa in questo passo.

· La prima interpretazione afferma che i tralci gettati via rappresentano quelli che una volta erano credenti sinceri, ma che finiscono all’inferno per non aver dimorato e non aver portato frutto. Una volta erano discepoli, ma ora sono gettati via.

· La seconda interpretazione afferma che i tralci gettati via rappresentano coloro che avevano solo l’apparenza di discepoli, ma non hanno mai davvero dimorato in Gesù, e dunque finiscono all’inferno (come Giuda).

· La terza interpretazione afferma che i tralci gettati via sono discepoli infruttuosi che sprecano le proprie vite, che di conseguenza attraversano il fuoco, senza alcun riferimento al loro destino eterno (come Lot, nipote di Abraamo).

L’enfasi sembra chiara: non esistono veri discepoli che non dimorano in Gesù. I tralci devono rimanere collegati alla vite, altrimenti non hanno vita in sé stessi e non sono di alcuna utilità, tranne che per essere bruciati.

Basato sul Commentario Biblico Enduring Word di David Guzik.

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