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Primo libro di Samuele 17:1-58

Primo libro di Samuele 17:1-58 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

I Filistei raccolsero i loro eserciti per combattere e si radunarono a Soco, che appartiene a Giuda, e si accamparono tra Soco e Azeca, a Efes-Dammim. Saul e gli uomini d’Israele si radunarono anch’essi, si accamparono nella valle dei terebinti e si schierarono in battaglia contro i Filistei. I Filistei stavano sul monte da una parte e Israele stava sul monte dall’altra; in mezzo a loro c’era la valle. Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione di nome Goliat, di Gat, alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo, indossava una corazza a squame che pesava cinquemila sicli di bronzo, portava delle gambiere di bronzo e un giavellotto di bronzo dietro le spalle. L’asta della sua lancia era robusta come un subbio di tessitore, la punta della lancia pesava seicento sicli di ferro e colui che portava il suo scudo lo precedeva. Egli dunque si fermò e, rivolto alle schiere d’Israele, gridò: «Perché uscite a schierarvi in battaglia? Non sono io il Filisteo e voi dei servi di Saul? Scegliete uno dei vostri e scenda contro di me. Se egli potrà lottare con me e uccidermi, noi saremo vostri servi; ma se io sarò vincitore e lo ucciderò, voi sarete nostri sudditi e ci servirete». Il Filisteo aggiunse: «Io lancio oggi questa sfida a disonore delle schiere d’Israele: datemi un uomo e ci batteremo!» Quando Saul e tutto Israele udirono queste parole del Filisteo, rimasero sgomenti ed ebbero gran paura. Ora Davide era figlio di quell’uomo efrateo di Betlemme di Giuda, che si chiamava Isai. Questi aveva otto figli e al tempo di Saul era vecchio, molto avanti negli anni. I tre figli maggiori d’Isai erano andati alla guerra con Saul; essi si chiamavano: Eliab il primogenito, Abinadab il secondo e Samma il terzo. Davide era il più giovane; quando i tre maggiori ebbero seguito Saul, Davide partì da Saul e tornò a Betlemme a pascolare le pecore di suo padre. Intanto il Filisteo si faceva avanti mattina e sera; si presentò così per quaranta giorni. Un giorno Isai disse a Davide suo figlio: «Prendi per i tuoi fratelli quest’efa di grano arrostito e questi dieci pani, e portali presto ai tuoi fratelli nell’accampamento. Porta anche questi dieci formaggi al comandante del loro migliaio; vedi se i tuoi fratelli stanno bene e riportami un segno da parte loro. Saul ed essi, con tutti gli uomini d’Israele, stanno nella valle dei terebinti a combattere contro i Filistei». L’indomani Davide si alzò di buon mattino, lasciò le pecore a un guardiano, prese il suo carico e partì come Isai gli aveva ordinato; appena giunse al parco dei carri, l’esercito usciva per schierarsi in battaglia e alzava il grido di guerra. Israeliti e Filistei si erano schierati: un esercito di fronte all’altro. Davide lasciò al guardiano dei bagagli le cose che portava e corse alla linea di battaglia; appena la raggiunse chiese ai suoi fratelli come stavano. Mentre egli parlava con loro, ecco uscire dalle file dei Filistei quel campione, quel Filisteo di Gat, di nome Goliat, ripetendo le solite parole; e Davide le udì. Tutti gli uomini d’Israele, alla vista di quell’uomo, fuggirono davanti a lui, presi da gran paura. Gli uomini d’Israele dicevano: «Avete visto quell’uomo che avanza? Egli avanza per coprire di vergogna Israele. Se qualcuno lo uccide, il re lo farà molto ricco, gli darà sua figlia ed esenterà la casa del padre di lui da ogni obbligo in Israele». Davide, rivolgendosi a quelli che gli erano vicini, disse: «Che si farà dunque all’uomo che ucciderà il Filisteo e toglierà questa vergogna a Israele? Chi è questo Filisteo, questo incirconciso, che osa insultare le schiere del Dio vivente?» La gente gli rispose con le stesse parole di prima, dicendo: «Si farà questo e questo a colui che lo ucciderà». Eliab, suo fratello maggiore, avendo udito Davide parlare a quella gente, si accese d’ira contro di lui e disse: «Perché sei sceso qua? A chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco il tuo orgoglio e la malignità del tuo cuore; tu sei sceso qua per vedere la battaglia». Davide rispose: «Che ho fatto ora? Non era che una semplice domanda!» Poi, allontanandosi da lui, si rivolse a un altro facendo la stessa domanda; e la gente gli diede la stessa risposta di prima. Le parole che Davide aveva dette furono sentite e riportate a Saul, che lo fece venire. Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d’animo a motivo di costui! Il tuo servo andrà e si batterà con quel Filisteo». Saul disse a Davide: «Tu non puoi andare a batterti con quel Filisteo; poiché tu non sei che un ragazzo, ed egli è un guerriero fin dalla sua giovinezza». Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e talvolta veniva un leone o un orso a portare via una pecora dal gregge. Allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e lo ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l’orso; questo Filisteo incirconciso sarà come uno di quelli, perché ha coperto di vergogna le schiere del Dio vivente». Davide soggiunse: «Il SIGNORE, che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell’orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo». Saul disse a Davide: «Va’, e il SIGNORE sia con te». Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece mettere la corazza. Poi Davide cinse la spada di Saul sopra la sua armatura e cercò di camminare, perché non aveva ancora provato; allora disse a Saul: «Non posso camminare con questa armatura, non ci sono abituato». E se la tolse di dosso. Poi prese in mano il suo bastone, si scelse nel torrente cinque pietre ben lisce, le pose nella sacchetta da pastore che gli serviva da bisaccia, e con la fionda in mano si diresse verso il Filisteo. Intanto avanzava anche il Filisteo, avvicinandosi sempre più a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. Quando il Filisteo vide Davide, lo disprezzò, perché egli non era che un ragazzo, biondo e di bell’aspetto. Il Filisteo disse a Davide: «Sono forse un cane, che tu vieni contro di me con il bastone?» E maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo disse a Davide: «Vieni qua, e darò la tua carne in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie dei campi». Allora Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del SIGNORE degli eserciti, del Dio delle schiere d’Israele che tu hai insultate. Oggi il SIGNORE ti darà nelle mie mani e io ti abbatterò; ti taglierò la testa, e darò oggi stesso i cadaveri dell’esercito dei Filistei in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie della terra; così tutta la terra riconoscerà che c’è un Dio in Israele, e tutta questa moltitudine riconoscerà che il SIGNORE non ha bisogno di spada né di lancia per salvare; poiché l’esito della battaglia dipende dal SIGNORE ed egli vi darà nelle nostre mani». Appena il Filisteo si mosse e si fece avanti per avvicinarsi a Davide, anche Davide corse verso la linea di battaglia contro il Filisteo; mise la mano nella sacchetta, prese una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte; la pietra gli si conficcò nella fronte ed egli cadde con la faccia a terra. Così Davide, con una fionda e una pietra, vinse il Filisteo; lo colpì e lo uccise, senza avere spada in mano. Poi Davide corse, si gettò sul Filisteo, gli prese la spada e, sguainatala, lo uccise e gli tagliò la testa. I Filistei, vedendo che il loro eroe era morto, si diedero alla fuga. Allora gli uomini d’Israele e di Giuda si alzarono, lanciarono il grido di guerra, e inseguirono i Filistei fino all’ingresso di Gat e alle porte di Ecron. I Filistei feriti a morte caddero sulla via di Saaraim, fino a Gat e fino a Ecron. I figli d’Israele, dopo aver dato la caccia ai Filistei, tornarono e saccheggiarono il loro accampamento. Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme, ma ripose le armi di lui nella sua tenda. Quando Saul aveva visto Davide che andava contro il Filisteo, aveva chiesto ad Abner, capo dell’esercito: «Abner, di chi è figlio questo ragazzo?» Abner aveva risposto: «Com’è vero che tu vivi, o re, io non lo so». Allora il re disse: «Infòrmati di chi sia figlio questo ragazzo». Quando Davide tornò, dopo aver ucciso il Filisteo, Abner lo prese e lo condusse da Saul; egli aveva ancora in mano la testa del Filisteo. Saul gli chiese: «Ragazzo, di chi sei figlio?» Davide rispose: «Sono figlio del tuo servo Isai di Betlemme».

Primo libro di Samuele 17:1-58 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

I *Filistei raccolsero i loro eserciti per combattere e si radunarono a Soco, che appartiene a *Giuda, e si accamparono tra Soco e Azeca, a Efes-Dammim. *Saul e gli uomini d'*Israele si radunarono anch'essi, si accamparono nella valle dei terebinti e si schierarono in battaglia contro i Filistei. I Filistei stavano sul monte da una parte e Israele stava sul monte dall'altra; in mezzo a loro c'era la valle. Dall'accampamento dei Filistei uscí un campione di nome Goliat, di Gat, alto sei *cubiti e un *palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo, indossava una corazza a squame che pesava cinquemila *sicli di bronzo, portava delle gambiere di bronzo e un giavellotto di bronzo dietro le spalle. L'asta della sua lancia era robusta come un subbio di tessitore, la punta della lancia pesava seicento sicli di ferro e colui che portava il suo scudo lo precedeva. Egli dunque si fermò e, rivolto alle schiere d'Israele, gridò: «Perché uscite a schierarvi in battaglia? Non sono io il Filisteo e voi dei servi di Saul? Scegliete uno dei vostri e scenda contro di me. Se egli potrà lottare con me e uccidermi, noi saremo vostri servi; ma se io sarò vincitore e l'ucciderò, voi sarete nostri sudditi e ci servirete». Il Filisteo aggiunse: «Io lancio oggi questa sfida a disonore delle schiere d'Israele: Datemi un uomo e ci batteremo!» Quando Saul e tutto Israele udirono queste parole del Filisteo, rimasero sgomenti ed ebbero gran paura. Or *Davide era figlio di quell'uomo efrateo di *Betlemme di Giuda, che si chiamava *Isai. Questi aveva otto figli e al tempo di Saul era vecchio, molto avanti negli anni. I tre figli maggiori d'Isai erano andati alla guerra con Saul; essi si chiamavano: Eliab, il primogenito, Abinadab il secondo e Samma il terzo. Davide era il piú giovane; quando i tre maggiori ebbero seguito Saul, Davide partí da Saul e tornò a Betlemme a pascolare le pecore di suo padre. Intanto il Filisteo si faceva avanti mattina e sera; si presentò cosí per quaranta giorni. Un giorno Isai disse a Davide, suo figlio: «Prendi per i tuoi fratelli quest'*efa di grano arrostito e questi dieci pani, e portali presto ai tuoi fratelli nell'accampamento. Porta anche questi dieci formaggi al comandante del loro migliaio; vedi se i tuoi fratelli stanno bene e riportami un segno da parte loro. Saul ed essi, con tutti gli uomini d'Israele, stanno nella valle dei terebinti a combattere contro i Filistei». L'indomani Davide si alzò di buon mattino, lasciò le pecore a un guardiano, prese il suo carico e partí come Isai gli aveva ordinato; appena giunse al parco dei carri, l'esercito usciva per schierarsi in battaglia e alzava il grido di guerra. Israeliti e Filistei si erano schierati: un esercito di fronte all'altro. Davide lasciò al guardiano dei bagagli le cose che portava, e corse alla linea di battaglia; appena la raggiunse chiese ai suoi fratelli come stavano. Mentr'egli parlava con loro, ecco uscire dalle file dei Filistei quel campione, quel Filisteo di Gat, di nome Goliat, ripetendo le solite parole; e Davide le udí. Tutti gli uomini d'Israele, alla vista di quell'uomo, fuggirono davanti a lui, presi da gran paura. Gli uomini d'Israele dicevano: «Avete visto quell'uomo che avanza? Egli avanza per coprire di vergogna Israele. Se qualcuno lo uccide, il re lo farà molto ricco, gli darà sua figlia ed esenterà la casa del padre di lui da ogni obbligo in Israele». Davide, rivolgendosi a quelli che gli erano vicini, disse: «Che si farà dunque all'uomo che ucciderà il Filisteo e toglierà questa vergogna a Israele? Chi è questo Filisteo, questo *incirconciso, che osa insultare le schiere del Dio vivente?» La gente gli rispose con le stesse parole di prima, dicendo: «Si farà questo e questo a colui che lo ucciderà». Eliab, suo fratello maggiore, avendo udito Davide parlare a quella gente, si accese d'ira contro di lui e disse: «Perché sei sceso qua? A chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco il tuo orgoglio e la malignità del tuo cuore; tu sei sceso qua per vedere la battaglia». Davide rispose: «Che ho fatto ora? Non era che una semplice domanda!» Poi, allontanandosi da lui, si rivolse a un altro, facendo la stessa domanda; e la gente gli diede la stessa risposta di prima. Le parole che Davide aveva dette furono sentite e riportate a Saul, che lo fece venire. Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a motivo di costui! Il tuo servo andrà e si batterà con quel Filisteo». Saul disse a Davide: «Tu non puoi andare a batterti con quel Filisteo; poiché tu non sei che un ragazzo, ed egli è un guerriero fin dalla sua giovinezza». Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e talvolta veniva un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, lo afferravo per le mascelle, lo ferivo e l'ammazzavo. Sí, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso; questo incirconciso, Filisteo, sarà come uno di quelli, perché ha coperto di vergogna le schiere del Dio vivente». Davide soggiunse: «Il Signore, che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo». Saul disse a Davide: «Va', e il Signore sia con te». Saul rivestí Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece mettere la corazza. Poi Davide cinse la spada di Saul sopra la sua armatura e cercò di camminare, perché non aveva ancora provato; allora disse a Saul: «Non posso camminare con questa armatura, non ci sono abituato». E se la tolse di dosso. Poi prese in mano il suo bastone, si scelse nel torrente cinque pietre ben lisce, le pose nella sacchetta da pastore, che gli serviva da bisaccia, e con la fionda in mano si diresse verso il Filisteo. Intanto avanzava anche il Filisteo, avvicinandosi sempre piú a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. Quando il Filisteo vide Davide, lo disprezzò, perché egli non era che un ragazzo, biondo e di bell'aspetto. Il Filisteo disse a Davide: «Sono forse un cane, ché tu vieni contro di me con il bastone?» E maledisse Davide in nome dei suoi dèi; poi il Filisteo disse a Davide: «Vieni qua, e darò la tua carne in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie dei campi». Allora Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del Signore degli eserciti, del Dio delle schiere d'Israele che tu hai insultate. Oggi il Signore ti darà nelle mie mani e io ti abbatterò; ti taglierò la testa, e darò oggi stesso i cadaveri dell'esercito dei Filistei in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie della terra; cosí tutta la terra riconoscerà che c'è un Dio in Israele, e tutta questa moltitudine riconoscerà che il Signore non ha bisogno di spada né di lancia per salvare; poiché l'esito della battaglia dipende dal Signore ed egli vi darà nelle nostre mani». Appena il Filisteo si mosse e si fece avanti per avvicinarsi a Davide, anche Davide corse verso la linea di battaglia contro il Filisteo; mise la mano nella sacchetta, prese una pietra, la lanciò con la fionda e colpí il Filisteo in fronte; la pietra gli si conficcò nella fronte ed egli cadde con la faccia a terra. Cosí Davide, con una fionda e una pietra, vinse il Filisteo; lo colpí e lo uccise, senza avere spada in mano. Poi Davide corse, si gettò sul Filisteo, gli prese la spada e, sguainatala, lo uccise e gli tagliò la testa. I Filistei, vedendo che il loro eroe era morto, si diedero alla fuga. Allora gli uomini d'Israele e di Giuda si alzarono, lanciarono il grido di guerra, e inseguirono i Filistei fino all'ingresso di Gat e alle porte di Ecron. I Filistei feriti a morte caddero sulla via di Saaraim, fino a Gat e fino ad Ecron. I figli d'Israele, dopo aver dato la caccia ai Filistei, tornarono e saccheggiarono il loro accampamento. Davide prese la testa del Filisteo e la portò a *Gerusalemme, ma ripose le armi di lui nella sua tenda. Quando Saul aveva visto Davide che andava contro il Filisteo, aveva chiesto ad Abner, capo dell'esercito: «Abner, di chi è figlio questo ragazzo?» Abner aveva risposto: «Com'è vero che tu vivi, o re, io non lo so». Allora il re disse: «Inf¢rmati di chi sia figlio questo ragazzo». Quando Davide tornò, dopo aver ucciso il Filisteo, Abner lo prese e lo condusse da Saul; egli aveva ancora in mano la testa del Filisteo. Saul gli chiese: «Ragazzo, di chi sei figlio?» Davide rispose: «Sono figlio del tuo servo Isai di Betlemme».

Primo libro di Samuele 17:1-58 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

I Filistei raccolsero di nuovo le loro truppe per un’azione di guerra. Si radunarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azekà a Efes-Dammìm. Anche Saul e gli Israeliti radunarono l’esercito, si accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono di fronte ai Filistei per la battaglia. Israeliti e Filistei si trovavano sulle opposte alture della vallata. Un giorno, dal campo dei Filistei si fece avanti un guerriero per sfida. Si chiamava Golia, veniva dalla città di Gat ed era alto quasi tre metri. Portava un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a scaglie, anch’essa di bronzo, pesante più di cinquanta chili. Si proteggeva con gambali di bronzo e portava sulle spalle un giavellotto pure di bronzo. Inoltre era armato di un’enorme lancia: l’asta di legno era grossa come la sbarra di un telaio, e la punta di ferro pesava più di sei chili. Lo precedeva il suo scudiero. Si fermò davanti allo schieramento israelita e gridò: «Perché vi siete preparati a combattere? io sono un Filisteo e voi schiavi di Saul: scegliete uno tra di voi e accetti la mia sfida. Se sarà capace di battersi con me e vincermi noi diventeremo vostri schiavi, se invece sarò io il più forte e lo vincerò diventerete nostri schiavi e ci servirete. Israeliti, — concluse, — questa è la mia sfida: mandate avanti un uomo e ci batteremo». Saul e tutti i soldati, all’udire le parole del Filisteo, rimasero atterriti. Davide era figlio di Iesse, il quale apparteneva al gruppo di famiglie di Èfrata e abitava a Betlemme di Giuda. Iesse aveva otto figli e, al tempo di Saul, era piuttosto anziano. I suoi tre figli maggiori, Eliàb, Abinadàb e Sammà, erano andati in guerra con Saul. Davide allora era ancora giovane; mentre i tre fratelli maggiori erano sempre con Saul, lui andava e veniva per poter curare anche il gregge di suo padre a Betlemme. Intanto il guerriero filisteo si faceva avanti ogni mattina e ogni sera, per quaranta giorni di seguito. Uno di quei giorni Iesse disse a Davide: «Prendi questo sacco di grano tostato e questi dieci pani e portali in fretta all’accampamento per i tuoi fratelli. Prendi anche questi dieci formaggi che offrirai al comandante. Informati se i tuoi fratelli stanno bene e portami un segno di conferma da parte loro. Li troverai con Saul e con tutto l’esercito d'Israele nella valle del Terebinto dove sono in guerra con i Filistei». Il giorno dopo, di buon mattino, Davide affidò il gregge al guardiano e partì con il suo carico come Iesse gli aveva ordinato. Arrivò al campo proprio quando le truppe uscivano per prendere posizione e lanciavano il grido di guerra. Israeliti e Filistei erano schierati di fronte in ordine di battaglia. Davide consegnò il suo carico al custode dei bagagli e corse allo schieramento; raggiunse i suoi fratelli e s’informò della loro salute. Stava parlando con loro quando Golia, il Filisteo di Gat, si fece avanti dalle schiere dei Filistei per ripetere la solita sfida e Davide lo udì. Quando videro Golia, tutti gli Israeliti indietreggiarono perché ne erano terrorizzati e dicevano: — Vedete quell’uomo? Si fa avanti così per sfidare Israele. Ma, se qualcuno riuscirà a ucciderlo, il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in sposa sua figlia e concederà privilegi alla sua famiglia. Davide domandò ai soldati che erano vicino a lui: — Quale sarà la ricompensa per l’uomo che vincerà questo Filisteo e riscatterà l’onore d'Israele? E chi è poi questo Filisteo, questo non circonciso che osa sfidare gli eserciti del Dio vivente? Gli risposero ripetendo le promesse del re. Ma suo fratello maggiore, Eliàb, lo sentì parlare con i soldati, si adirò e gli disse: — Perché sei venuto qui? A chi hai lasciato il nostro piccolo gregge nel deserto? Conosco bene il tuo orgoglio e le malizie del tuo cuore: certamente sei venuto per vedere la battaglia. — Che ho fatto di male? — replicò Davide; — ho detto soltanto due parole. Si allontanò dal fratello e si rivolse a un altro soldato, pose la stessa domanda e ottenne la stessa risposta. I discorsi di Davide, intanto, si erano diffusi nell’accampamento e giunsero alle orecchie di Saul. Subito egli fece chiamare Davide, il quale disse al re: — Non perdiamoci d'animo per quell’uomo. Andrò io, tuo servo, a combattere contro quel Filisteo. Ma Saul gli rispose: — Tu non sei in grado di combattere contro quel Filisteo: sei ancora un ragazzo, mentre lui è un guerriero fin da giovane. Ma Davide replicò: — Quando ero a guardia del gregge di mio padre, veniva a volte un leone o un orso a portar via una pecora. Allora io lo inseguivo, lo colpivo e gli strappavo la preda di bocca. Se poi cercava di attaccarmi lo afferravo per i peli della gola e l’uccidevo. Sì, ho abbattuto leoni e orsi e adesso farò fare la stessa fine a questo Filisteo, questo non circonciso, perché ha insultato gli eserciti del Dio vivente. E aggiunse: — Il Signore mi ha salvato dagli artigli del leone e dell'orso, lui mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo. Allora Saul disse a Davide: — Va’ e il Signore sia con te! Saul fece indossare a Davide il suo abito da guerra, gli mise in testa l’elmo di bronzo e addosso la corazza. Davide si legò ai fianchi la spada e provò a camminare, ma non ci riusciva perché non era abituato. Allora disse a Saul: — Così non riesco a camminare: non sono abituato. E si tolse tutto. Prese il suo bastone e si scelse dal torrente cinque pietre ben levigate, le mise dentro la tasca della sua sacca da pastore, poi, con la fionda in mano, si diresse verso il Filisteo. Anche il Filisteo si avvicinava sempre più a Davide, preceduto dallo scudiero. Squadrò Davide e ne provò disprezzo, perché era molto giovane, di bel colorito e di bell’aspetto. Gli gridò: — Mi hai preso per un cane per venirmi incontro con un bastone? Poi lo maledisse in nome di tutti i suoi dèi. — Avvicinati, — proseguì; — darò la tua carne in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche. — Tu, — gli rispose Davide, — vieni contro di me con spada, lancia e giavellotto, ma io vengo contro di te nel nome del Signore dell'universo, il Dio delle schiere d'Israele che tu hai insultato. Oggi stesso il Signore ti darà in mio potere, io ti ucciderò e ti taglierò la testa. Oggi stesso getterò i cadaveri dei soldati filistei in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche. Così tutti sapranno che Israele ha un Dio, tutta questa gente saprà che il Signore non ha bisogno di spada e di lancia per vincere. Il Signore decide le sorti della guerra e vi consegnerà certamente in nostro potere. Il Filisteo riprese ad avanzare. Davide corse a mettersi in posizione contro di lui, infilò la mano nella sacca, ne tirò fuori una pietra e lo colpì in fronte. La pietra si conficcò nella fronte del Filisteo ed egli cadde con la faccia a terra. Così Davide trionfò su quel guerriero con una fionda e una pietra, lo colpì e l’uccise senza avere una spada. Con un balzo fu sopra al Filisteo, estrasse la spada dal fodero e gli tagliò la testa. Quando i Filistei videro che il loro campione era morto, fuggirono. Allora gli uomini d'Israele e di Giuda lanciarono il grido di guerra e inseguirono i Filistei fino a Gat e fino alle porte di Ekron. Molti di loro caddero sulla via fino a Saaràim, fino a Gat e a Ekron. Dopo un furioso inseguimento dei Filistei, gli Israeliti tornarono indietro a saccheggiare il loro accampamento. Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme, mentre tenne per sé le armi e le depose nella sua tenda. Saul aveva osservato Davide mentre avanzava contro il Filisteo e aveva chiesto ad Abner, il capo dell'esercito: — Abner, di chi è figlio quel giovane? — Quant’è vero che vivi, non lo so, — aveva risposto Abner. — Informati, — ordinò allora il re. Quando Davide tornò al campo dopo l’uccisione del Filisteo, Abner lo condusse da Saul. Davide aveva ancora in mano la testa del Filisteo. — Di chi sei figlio? — gli chiese Saul. — Del tuo servo Iesse di Betlemme, — rispose Davide.

Primo libro di Samuele 17:1-58 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR i Filistei adunarono i lor campi in battaglia; e, fatta lor massa in Soco, che è di Giuda, si accamparono fra Soco ed Azeca, all'estremità di Dammin. E Saulle e gl'Israeliti si adunarono anch'essi, e si accamparono nella valle di Ela, ed ordinarono la battaglia contro ai Filistei. Ora, mentre i Filistei se ne stavano nell'un de' monti di qua, e gl'Israeliti nell'altro monte di là, la valle in mezzo fra loro, uscì del campo de' Filistei un uomo, che si presentò nel mezzo fra i due campi, il cui nome era Goliat, da Gat; alto di sei cubiti, e d'una spanna. E avea in testa un elmo di rame, ed era armato d'una corazza di rame a scaglie, il cui peso era di cinquemila sicli. Avea eziandio delle gambiere di rame in su le gambe, ed uno scudo di rame in mezzo delle spalle. E l'asta della sua lancia era come un subbio di tessitore, e il ferro di essa era di seicento sicli; e colui che portava il suo scudo gli andava davanti. Costui adunque si fermò, e gridò alle schiere ordinate d'Israele, e disse loro: Perchè verreste voi in battaglia ordinata? Non sono io il Filisteo, e voi servitori di Saulle? scegliete un uomo d'infra voi, il quale scenda a me. Se egli, combattendo meco, mi vince e mi percuote, noi vi saremo servi; ma, se io lo vinco e lo percuoto, voi ci sarete servi, e ci servirete. E quel Filisteo diceva: Io ho oggi schernite le schiere d'Israele, dicendo: Datemi un uomo, e noi combatteremo insieme. Ma Saulle e tutti gli Israeliti, avendo udite queste parole del Filisteo, furono spaventati, ed ebbero gran paura. Or Davide, figliuolo di quell'uomo Efrateo, da Bet-lehem di Giuda, il cui nome era Isai (costui avea otto figliuoli, ed al tempo di Saulle era già vecchio, e passava fra gli uomini onorati; e i tre figliuoli maggiori d'Isai erano andati dietro a Saulle alla guerra; e i nomi dei tre figliuoli di esso ch'erano andati alla guerra, erano Eliab, il primogenito, e Abinadab, il secondo, e Samma, il terzo; e Davide era il minore; e i tre maggiori seguitavano Saulle); Davide, dico, di tempo in tempo tornava d'appresso a Saulle, per pasturar la greggia di suo padre, in Bet-lehem. E quel Filisteo si faceva avanti mattina e sera; e si presentò così quaranta giorni. Ed Isai disse a Davide, suo figliuolo: Or prendi questo efa di grano arrostito, e questi dieci pani, e portali a' tuoi fratelli; e recali loro prontamente nel campo. Porta eziandio al capitano del lor migliaio questi dieci caci di latte; e visita i tuoi fratelli, per sapere se stanno bene, e prendi da loro qualche contrassegno. Or Saulle, ed essi, e tutti gl'Israeliti erano nella valle di Ela, in battaglia contro a' Filistei. Davide adunque si levò la mattina, e lasciò la greggia, alla cura del guardiano, e tolse quelle cose, e andò, come Isai gli avea comandato; e giunse al procinto del campo; e l'esercito usciva fuori in ordinanza, e si sonava alla battaglia. E gl'Israeliti ed i Filistei ordinarono la battaglia gli uni incontro agli altri. E Davide, rimessi i vaselli in mano del guardiano della salmeria, corse al luogo dove la battaglia era ordinata; e, giuntovi, domandò i suoi fratelli se stavano bene. Ora, mentre egli parlava con loro, ecco, quell'uomo che si presentava all'abbattimento, il cui nome era Goliat il Filisteo, da Gat, si mosse d'infra le schiere de' Filistei, e proferì le medesime parole; e Davide l'udì. E tutti gl'Israeliti, quando vedevano quell'uomo, se ne fuggivano dal suo cospetto, ed aveano gran paura. E gl'Israeliti dicevano: Avete voi veduto quell'uomo che si fa avanti? certo, egli si fa avanti per far vituperio ad Israele; perciò, se alcuno lo percuote, il re lo farà grandemente ricco, e gli darà la sua figliuola, e farà franca la casa di suo padre in Israele. E Davide disse agli uomini che erano quivi presenti con lui: Che si farà egli a quell'uomo che avrà percosso questo Filisteo, ed avrà tolto questo vituperio d'addosso ad Israele? perciocchè, chi è questo Filisteo incirconciso ch'egli schernisca le schiere dell'Iddio vivente? E la gente gli disse quelle stesse cose, dicendo: Così si farà a quell'uomo che l'avrà percosso. Ed Eliab, fratel maggiore di Davide, udì ch'egli parlava a quegli uomini; laonde egli si accese nell'ira contro ad esso, e disse: Perchè sei tu venuto qua? ed a cui hai tu lasciate quelle poche pecore nel deserto? io conosco il tuo orgoglio, e la malvagità del tuo cuore; perciocchè tu sei venuto per veder la battaglia. Ma Davide disse: Che cosa ho io ora fatto? queste non sono elleno parole? E, rivoltosi d'appresso a colui ad un altro, egli gli tenne i medesimi ragionamenti. E la gente gli fece la medesima risposta che gli era stata fatta prima. E le parole che Davide avea dette, furono udite, e furono rapportate in presenza di Saulle. Ed egli lo fece venire. E Davide disse a Saulle: Non caggia il cuore a niuno per cagion di colui; il tuo servitore andrà, e combatterà contro a questo Filisteo. E Saulle disse a Davide: Tu non potresti andare contro a questo Filisteo, per combattere contro a lui; perciocchè tu sei un fanciullo, ed egli è uomo di guerra fin dalla sua gioventù. E Davide disse a Saulle: Il tuo servitore pasturava la greggia di suo padre; ed un leone, ed un'altra volta un orso venne, e se ne portava via una pecora della greggia. Ed io uscii dietro a lui, e lo percossi, e riscossi la pecora dalla sua gola; ed essendosi esso levato contro a me, io l'afferrai per la barbozza, e lo percossi, e l'ammazzai. Il tuo servitore adunque ha percosso un leone ed un orso; e questo Filisteo incirconciso sarà come uno di essi; perciocchè egli ha schernite le schiere ordinate dell'Iddio vivente. Davide disse ancora: Il Signore che mi ha riscosso dalla branca del leone, e dalla zampa dell'orso, esso mi riscoterà dalla mano di questo Filisteo. E Saulle disse a Davide: Va', e il Signore sia teco. E Saulle fece armar Davide delle sue armi, e gli mise un elmo di rame in testa, e lo fece armar d'una corazza. Poi Davide cinse la spada di esso sopra le sue armi, e volle camminare con quelle; perciocchè non avea mai provato. E Davide disse a Saulle: Io non posso camminar con queste armi; perciocchè io non ho mai provato. E Davide se le tolse d'addosso. E prese il suo bastone in mano, e si scelse dal torrente cinque pietre pulite, e le pose nel suo arnese da pastore, e nella tasca, avendo la sua frombola in mano. E così si accostò al Filisteo. Il Filisteo si mosse anch'esso, e venne accostandosi a Davide; e colui che portava il suo scudo andava davanti a lui. E quando il Filisteo ebbe riguardato, ed ebbe veduto Davide, lo sprezzò; perciocchè egli era giovanetto, e biondo, e di bello sguardo. E il Filisteo disse a Davide: Sono io un cane, che tu vieni contro a me con bastoni? E il Filisteo maledisse Davide per li suoi dii. Il Filisteo, oltre a ciò, disse a Davide: Vieni pure a me, ed io darò la tua carne agli uccelli del cielo, e alle bestie della campagna. Ma Davide disse al Filisteo: Tu vieni contro a me con ispada, e con lancia, e con iscudo; ma io vengo contro a te nel Nome del Signore degli eserciti, dell'Iddio delle schiere ordinate di Israele, il quale tu hai oltraggiato. Oggi il Signore ti darà nella mia mano, ed io ti percoterò, e ti spiccherò il capo; e darò pur oggi i corpi morti del campo de' Filistei agli uccelli del cielo, ed alle fiere della terra; e tutta la terra conoscerà che Israele ha un Dio. E tutta questa moltitudine conoscerà che il Signore non salva con ispada, nè con lancia; conciossiachè la battaglia sia del Signore, il quale vi darà nelle nostre mani. Ora, dopo che il Filisteo si fu mosso, egli veniva accostandosi incontro a Davide. E Davide corse prestamente anch'esso al luogo dell'abbattimento incontro al Filisteo. E Davide mise la mano a quel suo arnese, e ne prese una pietra, e, trattala con la frombola, percosse il Filisteo nella fronte; e la pietra gli si ficcò nella fronte, ed egli cadde boccone a terra. Così Davide, con la frombola e con la pietra, vinse il Filisteo; poi lo percosse, e l'uccise. Or Davide, non avendo spada alcuna in mano, corse, e, fermatosi sopra il Filisteo, prese la spada di esso, e, trattala fuor del fodero, l'ammazzò, e con essa gli spiccò la testa. Ed i Filistei, veduto che il lor valente campione era morto, si misero in fuga. E que' d'Israele e di Giuda si mossero, e con gran grida perseguitarono i Filistei fin nella valle, e fino alle porte di Ecron. Ed i Filistei caddero uccisi per la via di Saaraim, fino a Gat, e fino ad Ecron. Poi i figliuoli d'Israele se ne ritornarono dalla caccia de' Filistei, e predarono il lor campo. E Davide prese il capo del Filisteo, e lo portò in Gerusalemme, e pose l'armi di esso nel suo Tabernacolo. Ora, quando Saulle vide che Davide usciva incontro al Filisteo, disse ad Abner, Capo dell'esercito: Abner, di cui è figliuolo questo giovanetto? E Abner rispose: Come vive l'anima tua, o re, io nol so. E il re disse: Domanda di cui è figliuolo questo giovane. E, quando Davide fu ritornato da percuotere il Filisteo, Abner lo prese, e lo menò in presenza di Saulle, avendo egli la testa del Filisteo in mano. E Saulle gli disse: Di chi sei tu figliuolo, o giovanetto? E Davide disse: Io son figliuolo d'Isai Betlehemita, tuo servitore.

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