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FATTI DEGLI APOSTOLI 17:16-32

FATTI DEGLI APOSTOLI 17:16-32 DB1885

Ora, mentre Paolo li aspettava in Atene, lo spirito suo s'inacerbiva in lui, veggendo la città piena d'idoli. Egli adunque ragionava nella sinagoga coi Giudei, e con le persone religiose, ed ogni dì in su la piazza con coloro che si scontravano. Ed alcuni de' filosofi Epicurei, e Stoici, conferivan con lui. Ed alcuni dicevano: Che vuol dire questo cianciatore? E gli altri: Egli pare essere annunziatore di dii stranieri; perciocchè egli evangelizzava loro Gesù, e la risurrezione. E lo presero, e lo menarono nell'Areopago, dicendo: Potrem noi sapere qual sia questa nuova dottrina, la qual tu proponi? Perciocchè tu ci rechi agli orecchi cose strane; noi vogliamo dunque sapere che cosa si vogliano coteste cose. Or tutti gli Ateniesi, e i forestieri che dimoravano in quella città, non passavano il tempo ad altro, che a dire, o ad udire alcuna cosa di nuovo. E Paolo, stando in piè in mezzo dell'Areopago, disse: Uomini Ateniesi, io vi veggo quasi troppo religiosi in ogni cosa. Perciocchè, passando, e considerando le vostre deità, ho trovato eziandio un altare, sopra il quale era scritto: ALL'IDDIO SCONOSCIUTO. Quello adunque il qual voi servite, senza conoscerlo, io ve l'annunzio. L'Iddio che ha fatto il mondo, e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in tempii fatti d'opera di mani. E non è servito per mani d'uomini, come avendo bisogno d'alcuna cosa; egli che dà a tutti e la vita, e il fiato, ed ogni cosa. Ed ha fatto d'un medesimo sangue tutta la generazion degli uomini, per abitar sopra tutta la faccia della terra, avendo determinati i tempi prefissi, ed i confini della loro abitazione; acciocchè cerchino il Signore, se pur talora potessero, come a tastone, trovarlo: benchè egli non sia lungi da ciascun di noi. Poichè in lui viviamo, e ci moviamo, e siamo; siccome ancora alcuni de' vostri poeti hanno detto: Perciocchè noi siamo eziandio sua progenie. Essendo noi adunque progenie di Dio, non dobbiamo stimar che la Deità sia simigliante ad oro, o ad argento, od a pietra; a scoltura d'arte, e d'invenzione umana. Avendo Iddio adunque dissimulati i tempi dell'ignoranza, al presente dinunzia per tutto a tutti gli uomini che si ravveggano. Perciocchè egli ha ordinato un giorno, nel quale egli giudicherà il mondo in giustizia, per quell'uomo, il quale egli ha stabilito; di che ha fatta fede a tutti, avendolo suscitato da' morti. Quando udirono mentovar la risurrezion de' morti, altri se ne facevano beffe, altri dicevano: Noi ti udiremo un'altra volta intorno a ciò.

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