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Atti 17:16-32

Atti 17:16-32 ICL00D

Mentre Paolo aspettava Sila e Timòteo ad Atene, fremeva dentro di sé nel vedere quella città piena di idoli. Nella *sinagoga invece discuteva con gli Ebrei e con i Greci credenti in Dio. E ogni giorno, in piazza, discuteva con quelli che incontrava. Anche alcuni filosofi, epicurei e stoici, si misero a discutere con Paolo. Alcuni dicevano: «Che cosa pretende di insegnarci questo ciarlatano?». Altri invece sentendo che annunziava Gesù e la risurrezione osservavano: «A quanto pare è venuto a parlarci di divinità straniere». Per questo lo presero e lo portarono al tribunale dell'Areòpago. Poi gli dissero: «Possiamo sapere cos’è questa nuova dottrina che vai predicando? Tu ci hai fatto ascoltare cose piuttosto strane: vorremmo dunque sapere di che cosa si tratta». Infatti per tutti i cittadini di Atene e per gli stranieri che vi abitavano il passatempo più gradito era questo: ascoltare o raccontare le ultime notizie. Paolo allora si alzò in mezzo all’Areòpago e disse: «Cittadini ateniesi, io vedo che voi siete persone molto religiose da tutti i punti di vista. Ho percorso la vostra città e ho osservato i vostri monumenti sacri; ho trovato anche un *altare con questa dedica: al dio sconosciuto. Ebbene, io vengo ad annunziarvi quel Dio che voi adorate ma non conoscete. «Egli è colui che ha fatto il mondo e tutto quello che esso contiene. Egli è il Signore del cielo e della terra, e non abita in templi costruiti dagli uomini. Non si fa servire dagli uomini come se avesse bisogno di qualche cosa: anzi è lui che dà a tutti la vita, il respiro e tutto il resto. «Da un solo uomo Dio ha fatto discendere tutti i popoli, e li ha fatti abitare su tutta la terra. Ha stabilito per loro i periodi delle stagioni e i confini dei territori da loro abitati. Dio ha fatto tutto questo perché gli uomini lo cerchino e si sforzino di trovarlo, anche a tentoni, per poterlo incontrare. In realtà Dio non è lontano da ciascuno di noi. In lui infatti noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Anche alcuni vostri poeti l’hanno detto: “Noi siamo figli di Dio”. «Se dunque noi veniamo da Dio non possiamo pensare che Dio sia simile a statue d'oro, d'argento o di pietra scolpite dall’arte e create dalla fantasia degli uomini. Ebbene: Dio, ora, non tiene più conto del tempo passato, quando gli uomini vivevano nell’ignoranza. Ora, egli rivolge un ordine agli uomini: tutti dappertutto devono convertirsi. Dio infatti ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia. E lo farà per mezzo di un uomo, che egli ha stabilito e ha approvato davanti a tutti, facendolo risorgere dai morti». Appena sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni dei presenti cominciarono a deridere Paolo. Altri invece dissero: «Su questo punto ti sentiremo un’altra volta».

Piani di Lettura e Devozionali gratuiti relativi a Atti 17:16-32

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